venerdì 14 ottobre 2011

Margaret Mazzantini: Nessuno si salva da solo

Propongo un brano tratto da Nessuno si salva da solo, l’ultimo romanzo della scrittrice italiana Margaret Mazzantini, molto conosciuta e apprezzata in Italia e all’estero. I suoi romanzi sono stati tradotti in 30 lingue e due di essi sono diventati film.
La Mazzantini usa un linguaggio colloquiale e piuttosto crudo, come si può notare leggendo questo brano.


Delia solleva il bicchiere, uno di quei calici troppo bombati che lui le ha riempito a metà. Lo tocca
con le labbra, senza veramente bere, poi se lo posa sulla guancia. È quasi più grande del suo
viso.
Ha perso peso. Tutto quel dissesto l’ha fatta dimagrire. Gae per un attimo ha paura che lei
abbia ricominciato con i vecchi problemi.
Quando si sono conosciuti lei era appena uscita dall’anoressia. Durante i primi baci con la lingua
gli aveva fatto sentire i denti consumati dall’acidità del vomito. Sembravano quelli appena spuntati dei bambini, che hanno appena segato la gengiva. A lui aveva fatto una certa impressione, ma gli era anche sembrato il segno di una tale intimità. Era bello scambiarsi i dolori, renderli familiari. Anche lui aveva un discreto zaino pieno di merda sulle spalle e non vedeva l’ora di svuotarlo ai piedi di una ragazza come lei.
Fino a quel momento aveva avuto solo relazioni piuttosto superficiali. Si nascondeva dietro una
parvenza flessuosa e anche un po’ crudele, da giaguaro di suburra. Suonava la batteria, e
questo lo rendeva uno da baci sul culo.
Aveva gli occhi incassati e il resto del volto leggermente arretrato rispetto alla fronte, un po’ da cavernicolo, e poteva permettersi di sembrare misterioso, anche se non lo era affatto. In realtà era molto sentimentale e alla ricerca disperata di un amore. Aveva genitori giovani e inattendibili ma ancora insieme nonostante tutto. Quindi aveva una sorta di ideale. E si sentiva più puro della maggior parte delle persone che conosceva. Questo ideale un po’ ridicolo nel suo mondo di ketamine e scopate dure lo faceva spesso sentire un Frankenstein qualunque, uno sfigato fatto di pezzi di cadaveri cuciti che non andavano d’accordo tra loro.
Delia lo aveva tirato a sé. Gli aveva aperto le braccia e le porte di una relazione profonda. Si infilava nella sua bocca. Quei denti rosi dall’assenza di stima in se stessa lo facevano impazzire di dolore e di amore.

(Nessuno si salva da solo, Mondatori, 2011)

2 commenti:

  1. Interesante, ma un pocchino difficile, specialmente senza la spiegazione del vocabolario.

    RispondiElimina
  2. Sì, la lingua usata è moderna e colloquiale. Qualche volta lascio a voi il compito di cercare i termini sul dizionazio. Se non riesci a trovare qualche parola, chiedi pure.

    RispondiElimina